Là davanti sarà un inizio 2013 di esami. Soprattutto per Matri e Quagliarella. Loro, di fatto, si giocheranno un’unica maglia per la prossima stagione. I conti sono presto fatti: Vucinic e Giovinco intoccabili, Llorente già preso per luglio, quindi la grande attesa per il top player o erede della «dieci» di Del Piero. Insomma, quattro posti sono andati, resta solo la quinta maglia, quella che appunto si giocheranno Matri e Quagliarella. E non sarà una rincorsa semplicissima. Il primo, vero ostacolo è ottenere continuità di impiego già nell’immediato. Oltretutto, presto arriverà un’altra punta, necessaria per fronteggiare il lungo infortunio di Bendtner. Si parla di Gabbiadini o Borriello, gente che fra l’altro potrebbe addirittura entrare in concorrenza per la rosa dell’anno prossimo. Non solo, Marotta e Paratici monitorano con grande attenzione pure la situazione di Osvaldo alla Roma, e l’italoargentino sì che sarebbe un bel «problema» per Matri e Quagliarella. Ma almeno questo, al momento, è solo un progetto di difficilissima attuazione, anche perché da Roma non arrivano segnali particolarmente incoraggianti: Osvaldo costa non meno di 20 milioni, e non sembrano gradite contropartite tecniche.
Verso la Samp Intanto, questa mattina iniziano le prove tattiche in vista della Sampdoria: Matri e Quagliarella partono un gradino sotto Vucinic e Giovinco. La gara di tre giorni dopo (quarti di coppa Italia contro il Milan) apre comunque prospettive interessanti a livello di minutaggio. Anzi, da un punto di vista dell’immagine e dell’impatto mediatico c’è quasi da augurarsi di essere scelti per la sfida secca con i rossoneri. Ma la priorità, oggi, è giocare, a prescindere dall’avversario. Matri, in particolare, avrà quasi maledetto la sosta, visto che prima delle vacanze aveva calato una doppietta da tre punti contro il Cagliari. Partito dalla panchina, il suo impatto sulla partita fu semplicemente devastante. Segnali di risveglio che il ragazzo di Sant’Angelo Lodigiano aveva già lanciato nelle gare precedenti, mostrando sempre l’atteggiamento giusto, anche quando veniva chiamato in causa per pochi minuti. Solo tre gol (l’altro realizzato contro la Roma) e tanta panchina in questa stagione (16 presenze, una sola gara da 90′ e appena sei volte titolare), senza però mai mollare. In allenamento e in partita. Il professionista è solido, l’atleta integro, su di lui si può contare, anche a livello di gol pesanti. Certo, gli manca ancora un timbro europeo, ma da quando è alla Juve (22 reti totali) ha portato a casa scalpi prestigiosi in Serie A: gol da tre punti contro l’Inter al primo anno, l’«1-1 scudetto» contro il Milan lo scorso febbraio, due reti alla Roma (altrettanti successi) e due al Napoli (uno nello spettacolare 3-3 della scorsa stagione al San Paolo).
Orgoglio Quagliarella Pure Quagliarella ne ha fatti 22 di gol bianconeri, ma in questa stagione è già a quota nove, tre dei quali in Champions (due al Chelsea). Ha «pagato» con varie esclusioni l’insubordinazione di Milano (qualche parolina di troppo nei confronti di Alessio al momento della sostituzione contro il Milan), ma già col Cagliari è stato di fatto reintegrato. «Il 2012 è stato per me un anno speciale — ha scritto, rivolto ai tifosi, sul suo profilo Facebook —. Ho affrontato un periodo buio: superare l’infortunio non è stato semplice. Ma ha rafforzato il mio carattere. Ne sono uscito più carico di prima. La mia grinta e la fame di gol mi hanno poi portato a grandi momenti di gioia sia in campionato sia in Champions League. Lo scudetto? Un’emozione fortissima».
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mercoledì 2 gennaio 2013
Calciomercato Juventus, Quagliarella-Matri.chi resterà?
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